La scrittura degli etruschi

Quella degli Etruschi è un’importantissima civiltà sviluppatasi sul suolo italico a partire dall’VIII secolo a.C.; i loro primi insediamenti sorsero sulle coste della Toscana e sulla fascia intorno all’Appennino compresa tra Bologna e Volterra. Poi si espansero verso la pianura padana, e poi verso il Lazio settentrionale. Oltre all’agricoltura, erano molto abili nell’estrazione e lavorazione dei metalli; i loro manufatti, assai apprezzati, diedero vita ad un fiorente commercio via mare.

L’alfabeto etrusco e la scrittura

Gli Etruschi furono fortemente influenzati dalla cultura greca, con cui vennero in contatto per via delle vicine colonie della Magna Grecia. I Greci, tramite i frequenti scambi commerciali, fecero conoscere agli Etruschi la loro arte, la loro religione e anche la loro scrittura. E’ infatti molto evidente che l’alfabeto etrusco deriva da dall’alfabeto greco; più precisamente da quello greco arcaico degli Eubei, usato nell’isola di Ischia, presso Cuma. Gli Etruschi, però, lo adattarono alla diversa fonetica della loro lingua; infatti gli etruschi non usavano certe lettere dell’alfabeto greco, come “B”, “D”, “G”, “O”, e perciò le eliminarono; invece avevano necessità di esprimere altri suoni come “F”, “Q”, “S”, e quindi realizzarono dei simboli propri appositamente per questo scopo.

L’alfabeto etrusco si componeva inizialmente di 26 lettere, poi si è semplificato fino ad arrivare a 21-20 lettere. La scrittura ha quasi sempre un andamento da destra a sinistra; a volte ci sono testi bustrofedici, ma sono rari. Gli Etruschi non usarono un sistema di scrittura uniforme in tutto il territorio da loro occupato: si possono notare delle piccole differenze a seconda dell’area geografica. In origine le frasi venivano scritte senza soluzione di continuità, cioè le parole venivano poste una dopo l’altra senza spazi che le separassero; le lettere erano di forma piuttosto spigolosa e irregolare. con vertici acuti e tratti allungati. Dopo il VI secolo a.C., la scrittura si stabilizzò: i tratti si fecero più regolari, le lettere divennero di forma più arrotondata; inoltre comparvero anche dei segni, per lo più dei punti o, più raramente, dei trattini, per separare le parole in gruppetti; era un sistema di punteggiatura che serviva a rendere il testo più semplice da leggere, marcando le pause della lingua parlata.

I documenti

Possediamo diversi documenti che attestano la scrittura etrusca, soprattutto iscrizioni funebri e iscrizioni su vasi, gioielli e altri oggetti. Questi documenti, benché numerosi, contengono tutti testi molto brevi, il che non facilita il compito agli studiosi di lingua etrusca. Purtroppo, pur esistendo sicuramente dei testi più estesi, come opere storiche, letterarie e testi teatrali (forse anche notazioni musicali), nessuno di questi è pervenuto fino a noi.

I testi più estesi che sono arrivati fino a noi sono il liber linteus della mummia di Zagabria e la tegola di Capua. Il liber linteus si chiama così perché era in origine un libro scritto su tessuto di lino, anzi, più precisamente era un rotolo (volumen) che si leggeva srotolando. Questo rotolo, però, fu poi tagliato in bende e posto a copertura di una mummia egiziana. Portato a Zagabria insieme alla mummia, dove è tuttora conservato, ha poi dovuto essere pazientemente ricostruito accostando le bende. Pur mancando diverse parti, questo documento è molto importante per lo studio della lingua etrusca, perché è un testo non epigrafico, ma un vero e proprio libro; è in sostanza un calendario che indica in che giorni compiere le offerte religiose per onorare le divinità.

Lanena knjiga (Liber linteus Zagrebiensis)

La tegola di Capua è una vera e propria tegola risalente al V o IV secolo a.C. che porta inciso un testo di carattere religioso, una sorta di formulario per i riti funebri; purtroppo il testo non è ben conservato e alcune parti non sono leggibili.

L’etrusco è una lingua indecifrabile?

L’Etrusco, tradizionalmente avvolto da un velo di mistero che ce lo presenta sempre come “lingua indecifrabile“, è in realtà una lingua ormai perfettamente decifrata, nel senso che il suo sistema di scrittura non ha più alcun segreto: infatti, come già detto, è chiaro che il suo alfabeto è derivato da quello greco e abbiamo decifrato tutti i documenti a noi pervenuti. Pertanto non c’è motivo di definirlo come “lingua indecifrabile”. Ci sono ancora parecchie difficoltà, invece, nel capire il senso delle parole. In effetti l’Etrusco è una lingua, diciamo, a sé, assai diversa dalle altre. Sono state fatte svariate ipotesi sulla sua origine: molti studiosi pensano non sia di origine indoeuropea; altri hanno trovato analogie tra l’etrusco e il retico, una lingua parlata anticamente nelle zone alpine d’Italia; altri ancora hanno individuato una parentela anche con la lingua lemnia, lingua pre-ellenica parlata nell’isola di Lemno, nel mar Egeo. Il fatto di disporre di testi per lo più brevi ed epigrafici, ripetitivi e monotematici non facilita il compito agli studiosi; tuttavia, benché molto lentamente, si fanno sempre nuovi progressi, facendo un paziente lavoro di analisi e incrociando i dati certi finora a disposizione.

L’eredità degli Etruschi

La civiltà etrusca ha visto nascere praticamente al suo fianco la città di Roma, e i romani hanno molto imparato dagli etruschi; come noto, alcuni dei primi re romani furono di origini etrusche: Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Dopo un periodo di convivenza pacifica, gli Etruschi dovettero arrendersi all’avanzata di Roma, e di altri popoli del nord e del sud Italia che si espansero nei loro territori e li inglobarono gradualmente sotto il loro dominio politico e culturale. Tuttavia l’influenza della civiltà etrusca si fece sentire anche dopo la perdita di autonomia politica: la loro cultura, l’amore per il lusso e le cose belle, i gusti raffinati, alcune pratiche religiose furono trasmesse ai romani e contribuirono molto al loro sviluppo. Come lingua l’etrusco continuò ad essere parlato fino al I secolo d.C. Il suo sistema di scrittura si diffuse in larga parte d’Italia, dando poi luogo a vari alfabeti italici.

Fonti:

Storia della scrittura, Cecilia Canepa.
http://digilander.libero.it/alpdn/Biblioteca/Etrusco.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_etrusca
http://www.omniglot.com/writing/etruscan.htm
http://www.massamarittimamusei.it/archeologico/lingua.htm

Questo articolo fa parte della serie dedicata alla Storia della scrittura.

Immagine: Wikimedia Commons

13 Risposte a “La scrittura degli etruschi”

  1. Per me è contrario l’alfabeto etrusco e molto più antico dell’alfabeto greco.

  2. La seconda persona non sa quello che scrive . Mi piace la scuola etrusca .

  3. È una storia interessante diversa dalle altre io la adoro anche come la esponete

  4. Per capirci bene bisogno anche conoscere bene gli dei e l’alfabeto etrusco stevenverga74

  5. La lingua etrusca piu simile alla scritura e lingua macedone, molte parole del etrusco si usano fino ai giorni nostri. E decifrabile e legibile facilmente.Vai su la lingua piu simile al etrusco e scoprirai la veria.

  6. Franco, nell’articolo c’è scritto che Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo erano imperatori di Roma. Spero sia una semplice svista ma questi signori erano dei RE di Roma, precedenti alla repubblica e all’impero romano.

  7. Franco, nell’articolo c’è scritto che Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo erano imperatori di Roma. Spero sia una semplice svista ma questi signori erano dei RE di Roma, precedenti alla repubblica e all’impero romano.

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