Il panorama è davvero eterogeneo, e spesso è difficile capire quali concorsi sono ‘seri’ e quali, invece, sono improvvisati, o organizzati per scopi non onesti, o comunque svilenti per la professione e per l’arte della fotografia.
Questi sono i requisiti che un concorso ‘serio’ deve avere:
- Indicare chiaramente lo scopo del concorso.
- Spiegare che uso verrà fatto delle fotografie che parteciperanno.
- Mantenere una giusta proporzione tra il premio assegnato ai vincitori e l’uso che si farà delle loro foto.
- Dichiarare le eventuali quote di partecipazione, ed emettere regolare ricevuta.
- Non richiedere la cessione dei diritti di tutte le foto in gara.
- Non utilizzare le foto per campagne pubblicitarie (approfittando del fatto che il loro costo superererebbe il valore del premio del concorso).
- Indicare chiaramente le scadenze del concorso, le modalità partecipazione, di valutazione delle opere e dell’assegnazione dei premi.
- Menzionare il nome e cognome dei membri della giuria e il loro ruolo.
- Spiegare come saranno conservate le opere pervenute, e se ne è prevista la restituzione alla fine del concorso.
- Dichiarare quali responsabilità si assume l’organizzazione (es: rispetto della legge sulla privacy), e quali invece sono a carico del partecipante (es: pubblicabilità dei ritratti).
- Esporre al pubblico le foto in gara solamente per la manifestazione, indicando già nel bando i tempi e le modalità.
- Il nome dell’autore deve essere associato alla foto esposta, in modo da non dar luogo ad ambiguità.
Ovvimente ci possono essere delle eccezioni: ad esempio, nei concorsi per iniziative umanitarie e per scopi benefici, si può trasgredire qualche punto, ma è per una buona causa.
Ho liberamente tratto queste norme dal sito dell’ANFP (Associazione Nazionale Fotografi Professionisti), da cui è anche possibile eseguire un test online per valutare se il concorso soddifa le norme deontologiche individuate dall’Associazione stessa.