I primi reperti che dimostrano un sistema di scrittura codificato risalgono al III secolo a.C.: si tratta del brahmi, sistema sillabico che forse potrebbe aver avuto origini semitiche. E’ un abugida (o alfasillabario), cioè un sistema di scrittura in cui le consonanti hanno un ruolo primario, mentre le vocali sono rappresentate semplicemente da segni diacritici. Si scrive da sinistra a destra.
Circa nello stesso periodo, nella regione di Gandhara, più o meno corrispondente all’attuale Afghanistan orientale e Punjab settentrionale, si sviluppò un altro sistema di scrittura, il kharosti, più sillabico che alfabetico, forse di derivazione aramaica. Si scrive da destra a sinistra.
La lingua sanscrita per molto tempo rimase solo orale; ‘sanscrito’ significa ‘perfezionato’, e nella cultura indiana ha un ruolo assai simile a quello che ebbe il latino in Europa; era considerata la lingua della religione, lingua sacra. Quando finalmente si iniziarono a scrivere documenti in sanscrito, si ricorse spesso a forme vernacolari e derivate, più che altro per documenti amministrativi. I testi religiosi furono scritti più tardi e con una certa riluttanza.
Si prescelse il brahmi per la trascrizione, e poi soprattutto una sua varietà, il devanagari (ovvero ‘scrittura della città divina’), che è tuttora usato per l’hindi, per altri e dialetti indiani e per il nepalese. Si scrive da sinistra a destra ed è riconoscibile dalla caratteristica ‘linea orizzontale’ che sembra attraversare le lettere in alto, unendole insieme.
Il devanagari ha rappresentato un modello anche per le scritture di altri paesi orientali, come la Thailandia, il Laos, la Cambogia e la Birmania.
Fonti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Sanskrit#Writing_system
http://sanscritonline.blogspot.com/2009/02/il-termine-sanscrito-indica-la-lingua.html
http://www.omniglot.com/writing/sanskrit.htm
Immagini da Wikimedia Commons: 1; 2; 3; 4; da wikipedia: 5.
Questo articolo fa parte della serie dedicata alla Storia della scrittura.
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