Si fa presto a dire ‘free’… (parte 2)

[… segue l’articolo Si fa presto a dire ‘free’… (parte 1)]

Quando un autore pubblica un’opera su internet, questa è da ritenersi protetta dal Copyright; tutti i diritti sono riservati (All Rights Reserved). Anche se non c’è scritto esplicitamente, bisogna sempre darlo per scontato.

A volte (molto raramente) l’autore rilascia il materiale nel pubblico dominio, il che significa che lui rinuncia ai diritti: No Rights Reserved. Quindi tutti possono usare quell’opera come vogliono: possono modificarla, venderla, pubblicarla come e dove vogliono, crearne delle opere derivate, ecc. L’autore conserva solo il diritto di proprietà intellettuale (cioè non puoi dire che quell’opera l’hai fatta tu). Un’opera può rientrare nel pubblico dominio anche quando il diritto d’autore scade perché è trascorso un certo periodo di tempo.

Invece, quando ci sono delle licenze d’uso, l’autore sta dando il permesso di usare l’opera alle condizioni da lui stabilite. Solo alcuni diritti sono riservati (Some Rights Reserved).

A volte è l’autore stesso a scrivere la sua licenza parola per parola; ma spesso si usano dei “modelli” di licenza, perché, alla fin fine, sono sempre più o meno le stesse condizioni che vengono richieste.

Le licenze Creative Commons

Le licenze Creative Commons sono pensate proprio per aiutare le persone a pubblicare le loro opere (ci si riferisce genericamente ad opere di ingegno, come foto, immagini artistiche, libri, testi, articoli, ecc…) precisando delle condizioni d’uso per chi volesse ripubblicarle o riutilizzarle.

Le licenze Creative Commons sono sei, e hanno vari gradi di “permissività”.

  1. Attribuzione (Attribution): consente di ripubblicare l’opera, di modificarla, di farne uso commerciale. L’unico obbligo è di dire chi è l’autore dell’opera originale nella maniera da lui precisata (di solito con un link al sito in cui si trova l’opera).
  2. Attribuzione-Condividi allo stesso modo (Attribution-Share Alike): si può fare tutto quanto detto sopra, a patto di condividere allo stesso modo le opere derivate, e di dare credito all’autore dell’originale.
  3. Attribuzione- Non opere derivate (Attribution-No Derivative Works): non consente di creare opere derivate. Puoi pubblicare il materiale, usarlo per scopi commerciali, ma non puoi modificarlo. Devi dare credito all’autore.
  4. Attribuzione- Non commerciale (Attribution Non-commercial): puoi usare l’opera in ogni modo, ma non per scopi commerciali. Devi dare credito all’autore.
  5. Attribuzione- Non commerciale-Condividi allo stesso modo (Attribution Non-commercial Share Alike ): è la medesima licenza di prima, ma con in più l’obbligo di condividere allo stesso modo le opere derivate (oltre a dar credito all’autore dell’originale).
  6. Attribuzione- Non commerciale-No opere derivate (Attribution Non-commercial No Derivative Works): è la licenza più restrittiva; puoi ripubblicare l’opera, ma non per scopi commerciali. Non puoi creare opere derivate. Devi dare credito all’autore degli originali.

Queste licenze sono molto comode sia per l’autore che per il pubblico. In effetti, il sito della Creative Commons ha pensato come semplificare al massimo le cose ad entrambi. L’autore può facilmente individuare il tipo di licenza che fa al caso suo e pubblicarla in pochi clic nel suo sito web, con un piccolo banner che rende comprensibile a prima vista di cosa si tratti.

Infatti il banner ha dei simboli che permettono un facile riconoscimento visivo del contenuto della licenza; inoltre, cliccando sul banner, il visitatore sarà inviato alla pagina della Licenza Creative Commons, disponibile in moltissime lingue, e scritta in un linguaggio davvero semplice e alla portata di tutti.

Attenzione a queste espressioni

A volte capita di trovare delle licenze d’uso che ci lasciano con il dubbio perché non riusciamo a capire il significato di certi termini. Ecco le espressioni più difficili da interpretare per i non addetti ai lavori:

  1. Solo per uso personale (only for personal use): significa che puoi scaricare il materiale nel tuo computer e farne un uso personale. Ad esempio, se si tratta di una foto, la puoi usare come sfondo del desktop; se si tratta di icone, le puoi usare per personalizzare l’aspetto del sistema operativo. Non puoi, però, esporre il materiale in pubblico: ad esempio, non puoi pubblicarlo in nessun sito web, o usarlo in uno slideshow che sarà mostrato al pubblico. A volte ci sono delle concessioni: ad esempio, può essere precisato che è possibile usare le immagini/icone/smiles in messenger, o allegarle alla corrispondenza personale per email. Se non è esplicitamente indicato, è vietato qualsiasi altro uso, compreso quello per scopi educativi.
  2. Vietata la pubblicazione in siti commerciali: significa che puoi pubblicare l’immagine in un sito da cui non ottieni alcun ricavo economico; perciò non puoi pubblicarla nel tuo sito se, ad esempio, hai anche soltanto un piccolo, innocuo banner pubblicitario. Infatti la pubblicità lo rende automaticamente un sito commerciale. Anche le diciture “Non commerciale” (compresa quella della Creative Commons) vietano la pubblicazione in siti con pubblicità. Quindi, prudenza!
  3. Licenza freeware: questa espressione indica solamente che l’opera può essere scaricata senza pagare. Quindi dà solamente informazioni relative al prezzo (costo zero), ma non dice nulla del copyright. È perciò necessario cercare informazioni specifiche relative alla licenza d’uso, magari mandando una mail all’autore. L’espressione, da sola, ha lo stesso senso di “free”.
  4. Licenze GPL/LGPL: queste licenze sono di solito associate a prodotti software, e tutti sappiamo che cosa significhi. Ma a volte succede di ritrovarle associate anche a lavori che appartengono all’ambito artistico, alle opere d’ingegno: ad esempio, icone, temi o template per WordPress/ Joomla/altri programmi del genere (quindi sono opere artistiche ma con un certo legame con i software open-source). La gpl/lgpl permette di usare il materiale grafico licenziato in questo modo sia per scopi personali che commerciali, e anche in applicazioni proprietarie. È possibile modificarlo e creare opere derivate. Però è vietato distribuirlo con una diversa licenza, o venderlo. È anche necessario esporre sempre in chiaro che quel materiale è licenziato come GPL/LGPL (la gente che lo vede ha il diritto di saperlo). Altro obbligo è quello di rendere sempre disponibili gratuitamente i sorgenti, laddove ne sia fatta richiesta. Quindi, nel caso ad esempio di icone, posso pubblicarle in un sito con pubblicità, posso usarle anche per applicazioni che voglio vendere, però non posso vendere quelle icone, e devo scrivere da qualche parte che quelle icone sono GPL/LGPL.

In genere è sempre bene essere molto cauti prima di pubblicare del materiale che non ci appartiene, specialmente se si ha intenzione di farne un uso commerciale. In questo caso, anche se siamo di fronte alla più chiara e rassicurante delle licenze, è sempre meglio scrivere una mail all’autore per chiedere il permesso ufficiale. E poi stampare e conservare la risposta. Questo ci farà perdere un po’ di tempo in più, ma in compenso ci regalerà sonni molto più tranquilli…

Per approfondimenti:

http://webdesign.about.com/od/copyright/a/creativ_commons.htm

https://mail.kde.org/pipermail/kde-quality/2004-June/000639.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Freeware

http://creativecommons.org/licenses/GPL/2.0/deed.it

http://creativecommons.org/licenses/LGPL/2.1/deed.it

Creative Commons e adsense

2 Risposte a “Si fa presto a dire ‘free’… (parte 2)”

  1. Sembra facile! Per quanto riguarda le licenze d’uso dei fonts, sembra assolutamente impossibile verificarle, nè tantomeno inviare una email all’autore che sembra inesistente. Le ricerche sul web sono infruttuose, anche per autori che sembrano accreditati e famosi. Insomma, il font che voglio usare per il mio logo è free for commercial use o no? Bohhh?

  2. Ciao Siriana! Ho ben presente la situazione che descrivi; purtroppo se l’autore del font è sconosciuto, è molto difficile regolarsi. Piuttosto che rischiare, io preferirei scegliere un altro font simile, che però abbia una licenza ben chiara. Ho scritto un articolo specifico sulle licenze d’uso dei font, forse ti può essere utile. Guarda anche la mia lista dei migliori siti dove cercare font gratuiti: lì ho elencato i siti più seri, quelli che espongono molto chiaramente le informazioni sulle licenze d’uso.
    Se ti posso aiutare a risolvere qualche altro dubbio, chiedi pure.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *