La scrittura araba

L’arabo è una lingua semitica che si è sviluppata a partire da alcune popolazioni dedite al commercio, i Nabatei, che si stanziarono nelle Oasi del Nord Ovest della penisola araba a partire dal V-VI secolo a.C. Non abbiamo altri documenti della loro scrittura se non le numerose iscrizioni epigrafiche rinvenute soprattutto a Petra, il loro centro politico;  utilizzavano un alfabeto simile all’aramaico ma che mostra già chiari segni dell’evoluzione verso l’alfabeto arabo.  Anche se parlavano una forma di proto-arabo, i Nabatei scrivevano raramente in questa lingua, preferendo invece l’aramaico, usato come lingua veicolore per gli scambi commerciali.

1. Iscrizione nabatea su roccia

L’alfabeto arabo si è probabilmente evoluto a partire da una forma corsiva dell’alfabeto nabateo, usata soprattutto per iscrizioni su papiro. Si può considerare un abjad perché la scrittura delle vocali è opzionale; l’andamento della scrittura va da destra a sinistra. La lingua araba ha più fonemi di quella aramaica, perciò i 22 segni dell’alfabeto nabateo divennero 28 in quello arabo; poiché certi caratteri erano molto simili, si stabilì la regola di aggiungere dei punti per differenziarli ed evitare possibili ambiguità.

A partire dal VII secolo, dopo la scrittura del Corano, la religione islamica e di conseguenza anche la scrittura araba si diffusero vastamente; l’alfabeto arabo venne anche adattato per scrivere le lingue di molti altri popoli che vennero a contatto con l’Islam.

2. Antico manoscritto del Corano in stile cufico.

Per la religione islamica è molto importante la parola scritta del Corano: molti mussulmani ne imparano a memoria interi brani, e anche se l’arabo non è la loro lingua madre si sforzano di impararlo almeno quel tanto per comprendere il Corano. La parola scritta ha acquisito molta importanza e attenzione anche per il fatto che l’Islam vieta le rappresentazioni iconografiche della divinità. Ciò spiega quindi il ruolo fondamentale che ha la calligrafia nella cultura araba: essa è un’altissima espressione di arte e religiosità.

Stili della calligrafia araba

I calligrafi arabi hanno creato molti stili di scrittura; si possono distinguere in due grandi gruppi:

Geometrici

  1. Hijazi: è uno stile molto antico, già in uso nelle prime versioni scritte del Corano.

    stile hajazi.
    3. Antico manoscritto coranico dell'VIII secolo scritto in stile hajazi.
  2. Cufico presenta caratteri molto angolati; fu inizialmente usato per incisioni su pietra, poi fu scelto per la scrittura dei manoscritti del Corano. Può essere impiegato per creare disegni decorativi, in associazione con elementi vegetali o inserito in figure geometriche per creare dei pattern molto belli. Oggi è uno stile poco praticato perché molto difficile da eseguire.

    cufico
    Pagina del corano in stile cufico.
  3. Maghribi: si è sviluppato in Africa e Spagna nel corso del X secolo; è uno stile simile al cufico, ma più arrotondato.

    maghribi
    5. Corano scritto in stile maghribi.

Corsivi

Gli stili corsivi apparvero nel corso del X secolo; poiché avevano il vantaggio di essere più facili e veloci da scrivere, furono preferiti agli stili geometrici, che comunque continuarono ad essere impiegati per uso soprattutto decorativo. Gli stili corsivi canonici sono sei:

  1. Naskhi: è uno stile corsivo fine e delicato; usato dapprima per la corrispondenza, fu poi largamente impiegato dai calligrafi per la scrittura del Corano. E’ molto leggibile e anche attualmente uno degli stili più diffusi nella stampa e nei media. E’ quello che viene insegnato per primo agli scolari.

    naskhi
    6. Frammento del corano in stile naskhi.
  2. Thuluth: letteralmente ‘thuluth’ significa ‘un terzo’; ciò deriva dal fatto che in questo stile le lettere ‘pendono’ di un terzo, creando una scrittura corsiva larga ed elegante; questo stile, di aspetto più energico rispetto al Nashki, era usato per scritte decorative nelle moschee e anche per dare risalto alle intestazioni dei capitoli del Corano. Nel tempo è stato sottoposto a varie rielaborazioni grafiche, dando così origine a molti altri stili.

    stile thuluth
    7. Preghiera scritta in stile thuluth
  3. Tawqi’: questo stile ebbe diffusione soprattutto in Persia per le firme di documenti ufficiali; ha un aspetto simile al Thulut, ma più allungato e compresso, e anche più arrotondato. Oggi è piuttosto obsoleto.

    tawki
    8. Pagina del corano in stile tawki'.
  4. Riqa’: è molto simile al Tawki’, ma più piccolo, spesso usato in combinazione  con esso nella corrispondenza ufficiale.
  5. Muhaqqaq: è uno stile dall’aspetto allargato, con tratti angolati e netti. Era usato per grandi iscrizioni architettoniche o coraniche.

    muhaqqaq
    9. Frammento coranico in stile muhaqqaq.
  6. Rayhani: è una versione più piccola del Muhaqqaq, spesso usato in combinazione con esso nella scrittura del Corano. E’ uno stile molto leggibile, dai tratti appuntiti.

    rayhani
    10. Frammento coranico in stile rayhani.

Quando i persiani adattarono l’arabo alla loro lingua cominciarono a sviluppare propri stili calligrafici, ancora in uso attualmente:

Ta‘liq: era usato per la corrispondenza ufficiale a corte, per libri, lettere e poesie. Mostra righe ascendenti da destra a sinistra; i caratteri sono arrotondati e le discendenti finiscono ad anello.

ta'liq
11. Iscrizione in stile ta'liq

Nasta‘liq: molto difficile da eseguire, era usato per la poesia e le opere letterarie. I tratti hanno uno spessore variabile e nell’insieme la scrittura appare fluida e quasi fluttuante nella pagina.

nasta'liq
12. Scritta calligrafica in stile nasta'liq.

Nella corte dell’impero ottomano fiorì lo stile Diwani, molto decorativo ed elegante. Presenta righe ascendenti da destra a sinistra; nelle iscrizioni più ampie presenta spesso molte legature e punti disposti in modo da riempire i vuoti tra un carattere e l’altro: ciò conferisce alla scrittura un aspetto molto compatto ed elaborato, difficile da leggere e da eseguire. E’ ancora in uso oggigiorno.

stile diwani.
13. Un esempio di calligrafia in stile diwani.

Molto diffuso attualmente è lo stile riq’a: semplice e veloce, viene usato quotidianamente per la scrittura manoscritta.

Da ricordare è anche il sini, uno stile della calligrafia islamica cinese che fu usato per le iscrizioni nelle Moschee costruite in Cina.

I calligrammi rappresentano l’esito più figurativo della calligrafia araba: sono figure fatte di caratteri, di parole che si intrecciano e si dispongono a formare il disegno desiderato, spesso dal significato religioso: un leone, una cicogna, una nave, una moschea, ecc.  I calligrammi sono attualmente usati anche per creare loghi e marchi commerciali: un esempio è dato dal logo del canale televisivo Al Jazeera.

calligramma
14. Calligramma raffigurante una pera.
calligramma
15. Calligramma zoomorfico raffigurante un uccello.
Lo strumento essenziale del calligrafo era il qalam, una penna di canna secca; i caratteri sono tracciati con inchiostro nero, oppure anche colorato; un tempo si usavano anche inchiostri doratiper arricchire le scritte più importanti. Come supporto anticamente si usava il papiro, poi la pergamena; più avanti si passò alla carta, giunta in Arabia già nel X secolo, ben prima che in Europa. Prima di iniziare a scrivere, la carta veniva sottoposta a particolari trattamenti che la rendevano più liscia e impermeabile, in modo da rendere più agevoli eventuali correzioni. Si preferiva di solito la carta colorata, perché quella bianca creava un contrasto che alla lunga poteva stancare la vista. Era in uso anche la pratica del collage, che consisteva nel ritagliare le lettere per incollarle su un altro foglio di carta di colore diverso che fungeva da sfondo. Anche la carta poteva essere arricchita e impreziosita con oro. Altri supporti molto impiegati per la calligrafia sono state le monete e i tessuti.
16. Esercizi di calligrafia

Fonti:

http://en.wikipedia.org/wiki/Arabic_language

http://en.wikipedia.org/wiki/Arabic_alphabet

http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Arabic_alphabet

http://en.wikipedia.org/wiki/Islamic_calligraphy

http://calligraphyqalam.com/styles/index.html

http://www.omniglot.com/writing/arabic.htm

Immagini da Wikimedia Commons: 1, 2, 3, 4, 5, 6,7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16

Questo articolo fa parte della serie dedicata alla Storia della scrittura.


3 Risposte a “La scrittura araba”

  1. La lingua araba, in qualunque modo e aspetto la si consideri, è affascinante, fors’anche perché misteriosa. La scrittura, poi, sebbene difficilissima, alla fine si apprende, anche se con notevole fatica: abituarsi a scrivere da destra a sinistra pone all’inizio un certo disorientamento che col tempo si supera. La grafia, bisogna convenirne, è arte grafica allo stato puro, se si considera che non vi è altro modo che il corsivo, interpretato però in tutti quei modi grafici sopradescritti. Insomma, è una grande lingua. G.

  2. Vorrei sapere come po essere scritta in arabo la frase che segue: pars animae meae

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *