L’aramaico ebbe molto successo e diffusione quando l’impero persiano (500-330 a.C.) decise di adottarlo come lingua veicolare in tutto il suo vasto territorio, che comprendeva molti popoli e molte lingue diverse. Via via l’aramaico sostituì la scrittura cuneiforme, la più usata fino a quel momento. L’alfabeto aramaico era molto rapido da scrivere e da apprendere, e questo contribuì senz’altro al suo successo; è un abjad, come il fenicio, ovvero un alfabeto in cui si scrivono solo le consonanti e non le vocali, che si possono facilmente dedurre dal contesto; si compone di pochi segni e la scrittura ha direzione da destra a sinistra.
Inizialmente l’alfabeto aramaico aveva molta somiglianza con quello fenicio; col passare del tempo iniziò a differenziarzi adottando un aspetto più squadrato e più corsivo, con i caratteri uniti da legature.
Dopo la caduta dell’impero persiano, l’aramaico cominciò a ramificarsi in nuove lingue e scritture, tra cui l’ebraico. e anche il siriaco e l’arabo.
Il popolo ebraico ebbe origine quando, alla fine del II millennio a.C., alcune tribù nomadi di lingua semitica si spostarono dalla Mesopotamia verso la Siria e la Palestina; molte di queste tribù erano di ceppo aramaico. L‘alfabeto ebraico deriva in gran parte dall’aramaico: si scrive anch’esso da destra a sinistra e si compone di 22 segni. Viene anche detto ‘ebarico quadrato’ per il fatto che i caratteri hanno una forma molto regolare e possono essere inscritti in un quadrato. L’alfabeto ebraico fu usato per scrivere la Bibbia, e anche attualmente viene impiegato con poche differenze rispetto al passato.
Fonti:
Cecilia Canepa, Storia della scrittura.
http://en.wikipedia.org/wiki/Aramaic_alphabet
http://en.wikipedia.org/wiki/Hebrew_alphabet
Immagini da Wikimedia Commons: 1, 2, 3.
Questo articolo fa parte della serie dedicata alla Storia della scrittura.
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Come mai dire che il popolo ebraico ebbe origine alla fine del secondo millennio a.C?