Giornata Oasi WWF

Domani, 19 aprile 2009, è la giornata Oasi WWF: un’iniziativa per sensibilizzare le persone sull’importanza delle oasi; è grazie al WWF che il nostro territorio può preservare angoli di natura incontaminata, aree protette in cui piante ed animali possono vivere al riparo da minacce a pericoli.
Già da oggi sono in corso i preparativi, e a Roma, Piazza del Popolo è stata invasa da 1600 piccoli e simpatici panda di cartapesta. Essi rappresentano esattamente il numero di panda che sono rimasti oggi sul nostro pianeta, e hanno il compito di ricordare ciò che il WWF fa ogni giorno per l’ambiente.
Per chi vuole partecipare all’iniziativa e dare il proprio sostegno, rimando al sito del wwf:
http://www.wwf.it/client/render_oasi.aspx?root=3367

Questa notizia mi ha fatto venire la curiosità di sapere come è nato il logo del WWF, uno dei più famosi e amati al mondo. Mi ricordo che è sempre stato presente anche nella mia infanzia, quando papà mi comprava gli album di figurine, gli adesivi e le spillette. Che bei ricordi! :)

Il logo del wwf: una storia semplice e bella

Un esemplare di panda gigante, come Chi-Chi, che ispirò il logo del WWF.
Un esemplare di panda gigante, come Chi-Chi, che ispirò il logo del WWF.

Fu un panda in carne ed ossa ad ispirare il logo: il suo nome era Chi-Chi, e arrivò nello zoo di Londra nel 1961, proprio il medesimo anno in cui il WWF fu fondato. I fondatori cercavano un simbolo forte e riconoscibile, che potesse parlare a tutti i popoli e culture, al di là delle barriere linguistiche.
I primi schizzi furono realizzati da Gerald Watterson, ambientalista e artista. Sulla base di questi, poi, Peter Scott, uno dei fondatori del WWF, creò il logo con il simpatico orsetto dagli occhi neri. Ecco come motiva la sua creazione lo stesso Peter Scott:

“We wanted an animal that is beautiful, is endangered, and one loved by many people in the world for its appealing qualities. We also wanted an animal that had an impact in black and white to save money on printing costs.”

Quindi il panda fu scelto perché è allo stesso tempo un animale bello, amato in tutto il mondo, e a rischio di estinzione. Oltretutto ha anche il vantaggio di essere bianco e nero, così è anche economico in fase di stampa. Un logo che mette quindi d’accordo le motivazioni pratiche con quelle ideali. Cosa volere di più? Tanto di cappello ai creatori!

In questo documento si può vedere come il logo sia cambiato nel tempo:
http://www.wwf.org.uk/filelibrary/pdf/pandalogo.pdf

Si tratta solo di qualche piccola modifica; personalmente mi è rimasta più impressa la versione precedente a quella dell’86, quando il panda aveva ancora le zampette un po’ arcuate. È quella l’immagine che c’era sul mio album; mi ricordo perfettamente! Credo proprio che mio papà me l’abbia regalato nell’86, quando avevo 6 anni e avevo da poco cominciato a leggere.

Foto: Ned Horton

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